Decreto flussi: interventi sporadici non cambiano un sistema “scassato” e iniquo.

Solo canali diversificati e flessibili e meccanismi di emersione individuale possono dare risposte.

“Le modifiche introdotte oggi dal governo sul sistema di ingresso per lavoro sono degli interventi correttivi necessari ma che finiranno per incidere poco sulle falle, gravissime, di un sistema che è superato e inefficace, a detta di tutti gli attori coinvolti, governo e categorie produttive in primis. Un sistema che, aggiungiamo noi, finisce per rendere irregolari la maggior parte di lavoratrici e lavoratori che, pur avendo fatto ingresso regolarmente col nulla osta, non viene poi assunta e non ottiene il permesso di soggiorno, come dimostrano i numeri emersi dal monitoraggio della campagna Ero straniero pubblicato a maggio scorso, poi rilanciati dalla stessa presidente del consiglio Meloni” così commenta la Campagna il nuovo decreto-legge varato oggi, presentato nella conferenza stampa al termine dal Consiglio dei Ministri.

Nel merito, fissare un tetto massimo di domande che un datore di lavoro può presentare, dare più tempo per pre-compilare la domanda in modo da poter controllare i requisiti, aumentare i controlli incrociati e automatizzati per verificare la solidità di chi intende assumere ed evitare truffe, assicurare l’interoperabilità tra le banche dati di Viminale e degli altri ministeri ed enti coinvolti, sono sicuramente interventi positivi e necessari. Così come la previsione di sospendere dalla procedura i datori di lavoro che non hanno finalizzato l’assunzione. Sicuramente positiva, poi, è la possibilità di convertire i permessi stagionali al di fuori delle quote così come l’assunzione di personale negli uffici dei diversi ministeri interessati dalla procedura.

Ma se la porta d’accesso alla procedura rimangono i click day, seppur in numero maggiore, specializzati per tipologie di settori, come dovrebbe prevedere il decreto del governo, continueremo ad assistere alla lotteria degli ingressi per cui aziende e famiglie non sapranno fino all’ultimo se riusciranno ad avere il personale di cui hanno bisogno. Del resto, lo stesso sottosegretario Mantovano ha finalmente riconosciuto oggi la necessità di superare quel meccanismo “scassato”. Continua a essere impossibile, inoltre, per datori di lavoro e famiglia assumere lavoratori e lavoratrici che conoscono e che sono già in Italia ma senza documenti in regola, e sono costretti a lavorare in nero, senza nessuna possibilità di uscire dall’invisibilità. 

Manca, soprattutto, nella misura varata oggi, l’intervento correttivo più urgente, alla luce delle tante segnalazioni ricevute, e cioè dare garanzie adeguate alle decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici che hanno fatto ingresso con il decreto flussi, ma che sono destinate a cadere nell’irregolarità perché non sono state poi assunte dai datori di lavoro per cause che non dipendono dalla loro volontà. In questi casi, la legge deve prevedere la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per attesa occupazione che consenta di trovare un altro impiego e ottenere i documenti. Più che di una riforma si tratta di palliativi, che lasciano in piedi un sistema che continuerà a creare irregolarità se non si affrontano i nodi principali, a partire dalla difficoltà di far incontrare domanda e offerta”, concludono le organizzazioni promotrici di Ero straniero”. 

“Serve più coraggio e un approccio nuovo, maggiormente flessibile, come prevedono le nostre proposte – continuano dalla campagna- superando quote e rigidità inutili attraverso canali diversificati, con l’introduzione della figura dello sponsor o di un permesso per ricerca lavoro, e di un meccanismo di emersione su base individuale – sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie – che dia la possibilità a chi rimane senza documenti di mettersi in regola a fronte della disponibilità di un contratto di lavoro o di un effettivo radicamento nel territorio”.

 

La Campagna Ero Straniero è promossa da A Buon Diritto Onlus, ActionAid, ASGI, Federazione Chiese Evangeliche Italiane, Oxfam, Arci, CNCA, CILD, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”.

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