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Ero straniero presenta i dati definitivi 2022 e 2023 sugli ingressi per lavoro QUI la diretta della conferenza stampa
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(Giovedì) 13:00
Luogo
Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama
Senato della Repubblica piazza Madama, Roma
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20dic12:00La lotteria dell’ingresso per lavoro in Italia: i veri numeri del decreto flussi
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La campagna Ero straniero presenta l’analisi dell’impatto degli interventi normativi in materia di ingressi per lavoro ed evidenzia i limiti di un sistema rigido e inefficace. QUI
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(Mercoledì) 12:00
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Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama
Senato della Repubblica piazza Madama, Roma
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14giu15:00Immigrazione tra lavoro e diritti: una riforma necessaria
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Immigrazione tra lavoro e diritti: una riforma necessaria Un confronto su regolarizzazione e canali di ingresso per lavoro a vent’anni dalla Bossi-Fini Programmare e
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Immigrazione tra lavoro e diritti: una riforma necessaria Un confronto su regolarizzazione e canali di ingresso per lavoro a vent’anni dalla Bossi-Fini
Programmare e gestire i flussi migratori per lavoro in modo da garantire tutele e dignità a chi arriva in Italia e andare incontro ai fabbisogni del mercato del lavoro, superando quel sistema inefficace e tortuoso introdotto dalla legge “Bossi-Fini” vent’anni fa: se ne discute il 14 luglio a Roma, alle ore 15.00, presso la Sala Zuccari di palazzo Giustiniani, al Senato, in occasione del convegno “Immigrazione tra lavoro e diritti: una riforma necessaria”, organizzato dalla campagna Ero straniero. Un confronto qualificato sui limiti del sistema attuale insufficiente a soddisfare la domanda di manodopera e sulle potenziali opportunità presentate da una gestione dei flussi razionale e a lungo termine, nell'ambito del quale interverranno, con dati e storie: Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione Leone Moressa; Hardeep Kaur, sindacalista Flai Cgil Latina Frosinone; Claudio Cappellini, responsabile delle politiche comunitarie CNA; Chris Richmond, CEO di MyGrants; Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica presso l'Università di Roma Tor Vergata; Tatiana Esposito, direttrice generale della DG immigrazione e politiche di integrazione del ministero del lavoro, e Luciana Lamorgese, ministra dell’interno. Per la campagna interverranno, tra gli altri, Emma Bonino e Luigi Manconi. A moderare il dibattito la giornalista de La Stampa Francesca Schianchi. Il convegno è organizzato dalla campagna “Ero Straniero”, nata nel 2017 con l’obiettivo di riformare il sistema che regola l’ambito immigrazione e lavoro nel nostro Paese attraverso l’introduzione di nuovi canali di ingresso dedicati e l’inserimento attivo nella società della popolazione straniera già presente nel Paese, affrontando il tema della gestione dell'immigrazione da una prospettiva che, negli ultimi anni, è stata trascurata in favore di una maggiore attenzione verso sbarchi e accoglienza. Divenuta anche proposta di legge d’iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”, “Ero Straniero” è stata depositata con oltre 90.000 firme alla Camera dei deputati il 27 ottobre 2017 ed è ferma da marzo 2020 in Commissione Affari costituzionali.Informazioni e modalità di accredito L'appuntamento è giovedì 14 luglio alle ore 15.00 (ingresso in sala dalle 14.30) a palazzo Giustiniani, via della Dogana Vecchia, 29, Senato. Obbligo di giacca e cravatta. È possibile seguire l'evento anche in diretta streaming sulla pagina facebook di Ero straniero. Per accreditarsi scrivere a erostraniero2017@gmail.com. Le richieste di accredito per giornalisti, cineoperatori e fotografi devono contenere:
- dati anagrafici (nominativo, luogo e data di nascita); recapito telefonico; estremi della tessera dell'Ordine dei giornalisti, ovvero gli estremi del documento di identità per gli altri operatori dell'informazione; testata di riferimento.
Orario
(Giovedì) 15:00
Luogo
Sala Zuccari, palazzo Giustiniani, Senato della Repubblica
Via della Dogana Vecchia, 29
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12nov13:0014:00“Operazione legalità”: una proposta dalla campagna Ero straniero
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Quanto valgono legalità ed emersione dal lavoro nero? Almeno 1 miliardo!
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Quanto valgono legalità ed emersione dal lavoro nero? Almeno 1 miliardo! Una proposta dalla campagna Ero straniero
QUI la registrazione video dell'evento Almeno 1 miliardo di entrate fiscali ogni anno. Queste le risorse che deriverebbero per lo Stato da una “operazione legalità” attraverso un provvedimento di emersione rivolto a quei cittadini stranieri - già presenti nel nostro Paese - che hanno un lavoro ma non hanno i documenti per essere assunti, secondo Radicali italiani che, insieme agli altri promotori della campagna "Ero straniero", questa mattina hanno voluto offrire a governo e Parlamento un contributo molto concreto alla legge di bilancio. Una scelta di legalità e sicurezza: un provvedimento straordinario di emersione per i cittadini stranieri irregolari e costretti al lavoro nero. Sarebbe una soluzione win-win, con effetti positivi per tutti in breve tempo: a livello economico, con nuove entrate per lo Stato, e a livello sociale, in termini di sicurezza e impatto positivo sui territori. Questa la proposta avanzata oggi dai promotori di Ero straniero, che nel 2017 hanno depositato con 90.000 firme alla Camera la proposta di legge di iniziativa popolare per superare la legge Bossi-Fini, ora all’esame della Commissione affari costituzionali. Per i promotori sono intervenuti Paolo Pezzati (Oxfam), Filippo Miraglia (Arci), Giulia Gori (Federazione chiese evangeliche in Italia) e il deputato Riccardo Magi, relatore in commissione della proposta di legge popolare e tra i primi, come Radicali italiani, a lanciare la campagna nel 2017. Ha inoltre partecipato Renzo Sartori, presidente di Number 1 Logistics Group di Parma. Punto di partenza del ragionamento è il contrasto all’irregolarità, una questione sempre più urgente, visto l’aumento dei numeri: secondo l’ultimo Dossier statistico immigrazione (Idos), i 530 mila stranieri irregolari stimati in Italia a inizio 2018 lieviteranno entro il 2020 a oltre 670 mila ed è ormai noto a tutti che queste persone difficilmente potranno essere rimpatriate e finiranno per ingrossare le fila del lavoro nero, dei circuiti illeciti e della marginalità sociale. “Ci rivolgiamo - hanno dichiarato i promotori - a governo e Parlamento, impegnati in queste settimane con la manovra, con un semplice calcolo: con un provvedimento di emersione dal nero e regolarizzazione, entrerebbero almeno 1 miliardo di euro per lo Stato, ogni anno. Considerando l’emersione per 400.000 persone - quindi non tutti, ma una parte degli irregolari stimati oggi in Italia- e considerando che il reddito medio mensile di un lavoratore in Italia è di 20.000 euro lordi l’anno (media tra autonomo e dipendente secondo l’Istat), si avrebbe a regime una entrata di 2.232 euro all’anno a persona, che per 400mila persone fa 893 milioni di euro di gettito fiscale. A cui vanno aggiunte le entrate “una tantum” per i costi amministrativi ed eventuali contributi forfettari per l’emersione. “1 miliardo all’anno servirebbe a coprire, ad esempio, una parte dei costi di scuola e istruzione - aggiungono i promotori -, settore che nella manovra per il 2020 non sembra godere di stanziamenti adeguati ”. Ancora maggiori i benefici se guardiamo ai contributi previdenziali: oltre 3 miliardi. E sono tutti benefici, fiscali e contributivi, destinati a durare nel tempo, come ha dimostrato la sanatoria del 2002, che ha regolarizzato 650mila persone: di questi nuovi lavoratori, dopo cinque anni, ne risultavano impiegati l’85 per cento. Gli effetti positivi per la collettività sarebbero molteplici: si avrebbero maggiore controllo e contezza delle presenze sui nostri territori di centinaia di migliaia di persone di cui oggi non sappiamo nulla, e quindi maggiore sicurezza per tutti. Inoltre, si andrebbe incontro ai tanti datori di lavoro che, bisognosi di personale, non possono assumere persone senza documenti, anche se già formati, come ha ricordato Renzo Sartori, presidente di Number 1 Logistics Group di Parma, leader italiano nella logistica integrata, che ha portato una testimonianza molto forte: “Quello attuale è un sistema sbagliato che non permette di portare a compimento il percorso di integrazione intrapreso da tanti richiedenti asilo in Italia. La storia di Victor è emblematica: dopo essere stato formato e aver lavorato all’interno dell’azienda nell’ambito di un progetto di inclusione lavorativa, ora non può più farlo, avendo ottenuto una risposta negativa alla richiesta di asilo. Si ritrova senza documenti, costretto a vivere illegalmente in Italia pur avendo un’azienda che vuole assumerlo e può assicurargli un futuro”. “Serve oggi un forte segnale di discontinuità rispetto alla normativa esistente, che ha dimostrato ormai di essere del tutto inefficace per gestire le politiche di ingresso e soggiorno nel nostro Paese e che produce evasione fiscale, concorrenza sleale, illegalità, marginalità sociale e sfruttamento lavorativo - hanno ribadito i promotori. Ma crediamo che non si possa procedere solo con un provvedimento straordinario di emersione, ma che si debba approvare la proposta di legge di iniziativa popolare in discussione alla Camera che prevede un meccanismo di regolarizzazione su base individuale, a fronte di un contratto di lavoro, con il rilascio di un permesso di soggiorno per comprovata integrazione. Siamo fiduciosi che il Parlamento non perderà questa occasione”. Il titolo della proposta di legge di iniziativa popolare è “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari”. Si compone di 8 articoli che prevedono: l’introduzione di un permesso di soggiorno temporaneo per la ricerca di occupazione e attività di intermediazione tra datori di lavoro italiani e lavoratori stranieri non comunitari; la reintroduzione del sistema dello sponsor; la regolarizzazione su base individuale degli stranieri “radicati”; l’effettiva partecipazione alla vita democratica col voto amministrativo e l’abolizione del reato di clandestinità. Ero straniero è promossa da: Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, Oxfam Italia, ActionAid Italia, Legambiente Onlus, ASCS - Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, AOI, Fcei - Federazione Chiese Evangeliche in Italia, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni.Orario
(Martedì) 13:00 - 14:00
Luogo
Sala stampa Camera dei Deputati
Palazzo Montecitorio, Via della Missione 4
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Immigrazione: confronto alla Camera sul superamento della Bossi - Fini Perché ci conviene: nuovi strumenti per la promozione del lavoro e dell'inclusione della popolazione straniera in Italia. QUI la registrazione video
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Immigrazione: confronto alla Camera sul superamento della Bossi - Fini Perché ci conviene: nuovi strumenti per la promozione del lavoro e dell'inclusione della popolazione straniera in Italia.
QUI la registrazione video dell'evento. A margine dell'esame della pdl d'iniziativa popolare "Ero straniero" alla Camera, si è tenuto stamattina un confronto organizzato dai promotori della campagna tra i parlamentari e i rappresentanti di Banca d'Italia, Confindustria, Cia-Agricoltori italiani, Istat, Inps e Fondazione Leone Moressa. Aprire canali di ingresso per lavoro può diminuire gli accessi irregolari? Come favorire l’incrocio tra domanda e offerta? Quali strumenti utilizzare per promuovere il soggiorno regolare e l’integrazione della popolazione straniera in Italia? Su queste domande, partendo dall'analisi delle dinamiche demografiche del nostro Paese e dei dati relativi alla presenza e al contributo dei lavoratori stranieri al nostro sistema economico, si sono confrontati i parlamentari impegnati nell'esame della pdl popolare con Banca d'Italia, Istat, Inps, Fondazione Moressa, Confindustria e Cia-Agricoltori, alla luce dei contributi in materia di immigrazione che tali organizzazioni e istituzioni hanno offerto in questi anni. Sono due gli aspetti centrali della proposta legislativa di iniziativa popolare dal titolo “Nuove norme per la promozione del regolare permesso di soggiorno e dell’inclusione sociale e lavorativa di cittadini stranieri non comunitari” - sottoscritta da 90.000 cittadini italiani e depositata il 27 ottobre 2017 alla Camera e ora all’esame della Commissione affari costituzionali - su cui i promotori hanno chiesto ai relatori di confrontarsi: l'introduzione di canali di ingresso per lavoro che facilitino l’incontro dei datori di lavoro italiani con i lavoratori dei Paesi terzi, questi ultimi da selezionare anche attraverso intermediari sulla base delle richieste di figure professionali dall'Italia; la possibilità di regolarizzare gli stranieri radicati nel territorio ma senza un titolo di soggiorno, a fronte della disponibilità di un lavoro o di legami familiari, come già avviene in Spagna e Germania. Nella prima sessione, moderata da Annalisa Camilli (Internazionale), Luigi Cannari, Vice Capo Dipartimento Economia e statistica di Banca d'Italia, ha messo in luce che nel 2060 ci saranno 8 milioni di lavoratori italiani in meno e che l’ingresso di 180.000 stranieri - giovani - ogni anno nei prossimi 10 anni, ad esempio, potrebbe contenere la pressione inevitabile creata da questo dato. “Se il saldo migratorio fosse pari a ‘0’ la popolazione in Italia invece calerebbe del doppio, ossia di 15 milioni”, ha spiegato Cannari. “Mancando la produttività del lavoro, il PIL calerà del 11% da qui al 2060. Per evitarlo, la produttività deve crescere dello 0,3% all’anno. Se il saldo migratorio fosse ‘0’, l’incremento della produttività dovrebbe essere di 3 volte superiore al dato precedente”, ha aggiunto. Un problema riguarda il livello di qualificazione dei lavoratori stranieri: “In Italia abbiamo un 13% di popolazione straniera laureata mentre in UE è il 30%”, questo significa che attiriamo una tipologia di immigrazione non in aree più alte del mercato del lavoro. Su questo punto si è soffermato anche Claudio Ceccarelli, Istat: “Emerge come la quota di occupati con professioni non qualificate sia preponderante per gli stranieri e aumenta andando da Nord a Sud”. Inoltre, “il lavoro svolto dalla popolazione straniera copre una fetta di mercato del lavoro spesso non coperta dagli italiani e, fissate anzianità aziendale e qualifica contrattuale, la retribuzione oraria mediana è sempre maggiore per i lavoratori italiani rispetto ai colleghi stranieri (in media, di 2-3 euro)”. Filippo Pagano, Inps, dopo aver tracciato un quadro sulla presenza straniero nel nostro sistema pensionistico, ha mostrato i tassi di sopravvivenza dei lavoratori emersi con le sanatorie dal 2002 al 2007: le aziende regolarizzanti hanno rappresentato nella maggior parte dei casi, un trampolino di lancio per i lavoratori emersi e a distanza di 5 anni, solo il 20% degli emersi è rimasto nella stessa impresa. Inoltre, l’80% dei lavoratori emersi era ancora regolarmente occupato come lavoratore dipendente nel mercato italiano a distanza di 5 anni dalla sanatoria. Massimo Marchetti, Confindustria, ha auspicato che questa materia venga affrontata senza strumentalizzazioni politiche, in maniera coesa e non solo a livello nazionale: “Fare una politica degli ingressi limitata all’Italia è miope e dovremmo imporre la questione in Europa perché se impostiamo una politica nazionale degli ingressi, rischiamo di avere distorsioni sull’andamento dei flussi migratori”. “Un problema così complesso impone un approccio almeno a livello europeo, per evitare questa continua trattativa sugli sbarchi di volta in volta, nave per nave”, ha concluso. Cinzia Pagni, CIA - Agricoltori italiani, ha auspicato che finalmente si arrivi a un sistema che incroci domanda e offerta di lavoro: “è un aspetto che si è cercato di riformare molte volte senza successo, legato inevitabilmente anche alla questione del caporalato, questione che investe nel mio settore anche imprenditori seri”. Con favore è vista dalla CIA anche l’introduzione del sistema dello sponsor: molti agricoltori, infatti, rimangono senza manodopera a causa della riduzione dei flussi degli ultimi anni. Quanto al problema degli invisibili senza documenti - i quali spesso si rivolgono alle imprese agricole - “servono regole chiare di emersione: sono persone che esistono al di là delle regole che ci diamo e delle economie che vogliamo costruire”, ha aggiunto. Chiara Tronchin, ricercatrice della Fondazione Leone Moressa, ha chiuso la sessione ricordando che gli irregolari presenti in Italia al 1° gennaio 2018 sono 533.000: dato che i rimpatri si stimano intorno alle 6 mila unità all’anno, sarebbero necessari quasi 100 anni per riportarli nei Paesi d’origine. Ha quindi sottolineato come esista una correlazione fra permanenza irregolare e criminalità poiché gli immigrati irregolari — non avendo permesso di soggiorno o forme di protezione internazionale — non possono trovare lavoro regolare e la maggiore presenza di immigrati irregolari aumenta il lavoro sommerso. Al contrario, analizzando gli effetti della sanatoria del 2002, si vede che a cinque anni dalla regolarizzazione l’80% degli immigrati regolarizzati risulta ancora occupato come lavoratore dipendente. Ha poi concluso: “Di fronte alla mancanza di una programmazione dei flussi regolari per lavoro - sottolineata più volte nel corso della sessione - bisogna trovare strumenti di gestione dell’immigrazione che contrastino quella illegale e facilitino l’integrazione lavorativa e sociale degli immigrati”. A seguire, moderata da Francesca Schianchi (La Stampa), si è svolta una tavola rotonda con i deputati dei diversi gruppi parlamentari coinvolti nell’esame della proposta popolare in prima Commissione alla Camera. Riccardo Magi, Più Europa, relatore della pdl e tra i promotori dell’iniziativa legislativa, ne ha esposto i punti principali invitando tutte le forze politiche ad assumere un approccio pragmatico e non ideologico e a lavorare insieme in Commissione confrontandosi nel merito dei contenuti. Una parziale apertura alla discussione della proposta è giunta dalla parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Simona Suriano, la quale ha però invitato “ad essere pragmatici e concreti, guardando le cause delle migrazioni”, auspicando investimenti in cooperazione allo sviluppo: occorre lavorare strutturalmente su diversi piani guardando a lungo termine e questa proposta sembra volerlo fare. Il deputato della Lega Igor Giancarlo Iezzi si è detto contrario allo spirito della proposta perché ”non si possono regolarizzare tutti” e, così come hanno dichiarato la deputata di Forza Italia, Laura Ravetto ed Emanuele Prisco di Fratelli d’Italia, bisogna puntare “sul trovare maggiori risorse per i rimpatri”, ritenendo auspicabile “la strada dell’immigrazione selettiva”. Gennaro Migliore, Pd, ha espresso pieno sostegno alle proposte della pdl popolare, indicando la linea espressa nel testo della proposta come quella che il Partito democratico deve assumere sull’immigrazione, portandola in un discorso pubblico più ampio. “Mentre assistiamo a un dibattito che su questi temi banalizza, semplifica, argomenti di fronte ai quali molte forze politiche dimostrano di non avere una visione a lungo termine, questa proposta di legge che viene dalle organizzazioni della società civile è già di per sé una buona notizia”, ha detto la ex-presidente della Camera, Laura Boldrini.Orario
(Giovedì) 10:00 - 13:00
Luogo
Sala dei Gruppi della Camera dei deputati
Via di Campo Marzio, 78 Roma