Decreto flussi: non basta l’aumento delle quote e dei settori produttivi

Necessario poter assumere in base al bisogno di imprese e famiglie e alla disponibilità di lavoratori e lavoratrici

Come campagna da anni impegnata per la riforma del sistema di ingresso per lavoro in Italia, Ero Straniero accoglie positivamente l’aumento delle quote di lavoratori e lavoratrici previsto dal decreto sulla programmazione dei flussi pubblicato ieri in gazzetta ufficiale.

Tra i fattori positivi c’è anche l’ampliamento dei settori produttivi e delle categorie interessate, che include – finalmente – il lavoro domestico e di cura. Una conferma ulteriore del bagno di realtà da parte della maggioranza che, nonostante i proclami e le crociate anti-immigrazione in campagna elettorale, una volta al governo, ha dovuto prendere atto di quanto sia indispensabile l’apporto delle persone straniere per la crescita economica e sociale del nostro Paese.

Positiva anche la valorizzazione di un’altra possibilità di ingresso, già prevista dal Testo Unico Immigrazione e che come campagna consideriamo vicina a quanto abbiamo proposto nella pdl di iniziativa popolare elaborata nel 2017, e cioè la possibilità per lavoratrici e lavoratori di paesi terzi di venire in Italia a lavorare in seguito alla frequenza di attività di formazione nel paese di origine organizzate da parte delle associazioni di categoria, al di fuori delle quote relative ai flussi di ingresso.

Tuttavia, sono ancora troppi gli elementi critici rispetto al sistema di gestione degli ingressi per lavoro, profondamente inadeguato al contesto economico e geo-politico attuale.

Innanzitutto, non sono soddisfatte le richieste delle categorie produttive che, per il triennio 2023-2025 avevano indicato un fabbisogno di 833 mila lavoratori, lasciando moltissime aziende senza manodopera o costringendole a ricorrere al lavoro nero e precario, con grave danno per la loro crescita e per lavoratrici e lavoratori.

Restano, poi, tutti quei meccanismi, rigidi e inutilmente complessi, che ostacolano la possibilità di accedere legalmente in Italia per lavorare, impediscono di fatto l’incontro tra domanda e offerta.

Perché rimanere vincolati alla lotteria del click day? Perché non dare la possibilità a un datore di lavoro di assumere persone dall’estero in un qualsiasi momento in base alle proprie esigenze? Evidentemente non è servita l’esperienza del click day del marzo 2023 quando le quote fissate per l’ingresso di lavoratori e lavoratrici da paesi terzi – 82.000 circa -sono andate esaurite in pochi minuti e delle 240.000 domande inviate dai datori di lavoro, oltre due terzi sono rimaste escluse.

Si tratta di lavoratori e lavoratrici che sarebbero entrati in Italia regolarmente, in sicurezza, con un contratto di lavoro e con tutte le garanzie previste, trovando una soluzione alla richiesta di manodopera delle aziende in quel momento e per i mesi successivi.

4 ottobre 2023


 

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