articolo pubblicato il 6 luglio 2025 su La Gazzetta di Mantova
Le domande nel 2024 sono state 5.148. L’anno scorso solo il 9,3% dei nulla osta rilasciati ai migranti che hanno chiesto di venire a lavorare nel Mantovano, in base alle quote stabilite dal governo, si è trasformato in richieste di permessi di soggiorno e, quindi, in posti di lavoro regolari. È quanto emerge dal rapporto diffuso da “Ero straniero”, la campagna promossa da una rete di associazioni (tra cui A buon diritto, Actionaid, Arci, Asgi e Federazione Chiese Evangeliche) che ha elaborato i dati relativi agli ingressi per lavoro in Italia degli stranieri. I dati lasciano molto perplessi e lasciano intendere che forse qualcosa non funziona a dovere.
Tante domande
Secondo il rapporto, le domande pervenute finora da associazioni datoriali e singoli imprenditori alla ricerca di manodopera con i Click day del 2024 sono state 5.148, molte di più delle quote fissate per la nostra provincia: 1.778 ingressi disponibili tra lavoratori stagionali e non e di particolari settori (badanti e colf comprese). I nulla osta rilasciati, fondamentali per chiedere poi il permesso di soggiorno e quindi poter lavorare, sono stati appena 667. Ancora meno i permessi di soggiorno richiesti: 62. Le associazioni lasciano aperto uno spiraglio circa una correzione dei dati del 2024 «che non sono ancora definitivi visto che arrivano fino a novembre». Le procedure, infatti, stanno continuando proprio in questi giorni e si stanno chiudendo. Tutte le prefetture d’Italia, compresa quella di Mantova, si stanno sobbarcando un superlavoro per esaminare le domande, valutarle una ad una e chiedere eventuali integrazioni della documentazione presentata per scongiurare ingressi abusivi in Italia e situazioni di sfruttamento. Molte prefetture devono anche far fronte ad un organico sottodimensionato rispetto al lavoro da svolgere; quindi, osservano le associazioni, sia la carenza di personale che la mole delle domande processate «incidono sul successo della procedura».
Secondo le associazioni, visto che è possibile lavorare anche solo con il nulla osta, i datori di lavoro, in attesa di essere convocati nelle varie prefetture per la conclusione della procedura, utilizzano subito i lavoratori. «Se però – osservano – il rapporto di lavoro si interrompe prima che sia stato rilasciato il permesso di soggiorno, c’è l’altissimo rischio, per quelle persone, di rimanere senza documenti». E di diventare “invisibili”. Ecco che la campagna “Ero straniero” ha ribadito la sua richiesta al ministro dell’Interno di «prevedere il ricorso al permesso di soggiorno per attesa occupazione in tutti quei casi a rischio irregolarità, per consentire loro di trovare un nuovo impiego in Italia». «Con urgenza» sottolineano.
Pochi posti
Che le domande con i vari Click day superino di gran lunga le quote si è verificato anche nel 2023. Le quote, allora, erano leggermente più basse rispetto a quelle 2024, eppure le domande pervenute dal Mantovano furono 3.504 e i permessi di soggiorno richiesti 256. La suddivisione fu la seguente: 2.013 domande per lavoro domestico e socio-sanitario con 63 permessi di soggiorno richiesti (il 26,7% sui nulla osta rilasciati); 425 domande per lavoro non stagionale con 18 permessi di soggiorno (il 35,3% sui nulla osta); 1.066 domande per lavoro stagionale con 175 permessi di soggiorno (il 33,3% sui nulla osta). Le quote 2025 prevedono 2.118 ingressi tra lavoratori stagionali (412) e non stagionali (1.706). In ottobre ci sarà il terzo e ultimo Click day riferito ai lavoratori del settore turistico-alberghiero per assegnare l’ultimo 30% delle quote previste. Anche per il 2025 si prevede un numero di domande ben oltre la disponibilità dei posti. Dal 2026 si riparte con le nuove quote triennali fissate dal Governo che, però, non le ha ancora suddivise per province.