Meloni apre a 500mila stranieri. Ma il decreto flussi è la copia del precedente: più irregolari che lavoro

Il flop del 2023: a fronte di 38 mila visti di ingresso, rilasciati 9 mila permessi di soggiorno, appena il 7,5 per cento delle 136 mila quote previste.
Articolo di Franz Baraggino su Il Fatto Quotidiano del 1 luglio 2025
Nuova legge, stesse regole: cosa mai può andare storto? Il Consiglio dei ministri ha appena partorito il nuovo decreto flussi per l’ingresso in Italia di 497 mila lavoratori stranieri nel triennio 2026-2028, con 230 mila unità per lavoro subordinato non stagionale e autonomo e 267 mila stagionali nei settori agricolo e turistico. Oltre ai numeri – il precedente decreto prevedeva 452mila quote -, nemmeno le regole sono cambiate e la realtà rischia di essere la stessa: a fronte di 38 mila visti di ingresso, nel 2023 sono stati rilasciati 9 mila permessi di soggiorno per lavoro, appena il 7,5 per cento delle 136 mila quote previste per quell’anno. Significa che fino a 30 mila persone sono entrate in Italia grazie alla procedura me senza riuscire a regolarizzarsi. In altre parole, il primo decreto flussi di Meloni ha prodotto soprattutto irregolari, fornendo una risposta irrisoria a una domanda di manodopera strutturale.


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